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Inflazione Italia, ISTAT Rialza le Stime: +1% in Dodici Mesi

L’ISTAT rialza le stime preliminari sull’inflazione in Italia, che dallo 0,9% passano all’1% su base annua.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato a gennaio 2017 un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’1% rispetto a gennaio 2016.

Si tratta di un record, dal momento che il tasso di incremento annuo registrato a gennaio è il più alto da tre anni e mezzo.

Per trovare un valore maggiore bisogna infatti tornare ad agosto 2013, quando il tasso era stato dell’1,2%.

Tasso inflazione Italia, i perchè della crescita

«Il rialzo dell’inflazione – spiegano dall’istituto – è dovuto alle componenti merceologiche i cui prezzi presentano maggiore volatilità».

In particolare, c’è stata un’accelerazione della crescita tendenziale dei beni energetici non regolamentati (+9,0%) e degli alimentari non lavorati (+5,3%).

Su base annua la crescita dei prezzi dei beni è accelerata (+1,2%, da +0,1% di dicembre) mentre quella dei servizi è rallentata (+0,7%, da +0,9% del mese precedente).

Rispetto a dicembre il differenziale inflazionistico tra beni e servizi è tornato negativo dopo 46 mesi, portandosi a meno 0,5 punti percentuali.

L’inflazione acquisita per il 2017 risulta pari a +0,7%.

Prezzi, boom di frutta e verdura

Un vero salasso sono i prezzi dei prodotti nel carrello della spesa.

A impennarsi su base annua sono stati in particolare frutta e verdura, con aumenti rispettivamente del 20,4% e del 7,3%.

Anche qui si tratta di un record, poiché la crescita è la più alta dal gennaio 1997, cioè da quando esistono le serie storiche ISTAT.

Il record precedente era stato raggiunto ad aprile 2002, quando c’era stato un incremento del 19,6%.

Inflazione cambia consumi italiani

Un aumento, quello dei vegetali freschi e della frutta, che ha stravolto gli abituali consumi alimentari degli italiani, come evidenziato da Coldiretti.

«L’inflazione – afferma Coldiretti – ha prodotto un balzo negli acquisti del 14% di carne bovina, del 10% di salumi e dell’8% di carne di maiale».

Anche la presenza di surgelati (+14% di vegetali e +11% di pesce) è aumentata nel carrello, così come quella di dolci (+30%), pure’ (+13%), brodi (6%) e legumi secchi (4%).

Categorie: Economia e Finanza