Gli agenti immobiliari non ci stanno e si scagliano contro il governo sulla tassa airbnb, la cedolare secca del 21% sugli affitti.
A protestare è la FIAIP, la Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionisti.
«Ancora una volta il Governo sbaglia mira e se la prende con i professionisti dell’immobiliare», lamenta la Federazione.
Ma cos’è questa tassa airbnb?
FIAIP: «Governo criminalizza la proprietà immobiliare»
Stando alla FIAIP, il Governo anziché prendersela con i professionisti dell’immobiliare – sottoposti a pressione fiscale del 65% – avrebbe dovuto recuperare fondi da altre parti.
Ad esempio, tra le società digitali con sedi in Stati a fiscalità agevolata.
Gli operatori del settore – soprattutto dopo i 130 milioni di multa inflitti ad Amazon – si aspettavano infatti provvedimenti regolatori delle attività web per coloro che si occupano di immobiliare in Italia.
Tuttavia, la FIAIP sostiene che si sia deciso di criminalizzare la proprietà immobiliare e la sua presunta tendenza all’evasione fiscale.
Non solo. Secondo il presidente FIAIP Paolo Righi: «Al di là del nome con cui si definisce questa nuova imposta, Airbnb non pagherà nessuna nuova tassa e continuerà invece a godere dei benefici fiscali che gli pervengono dal fatto di avere la propria sede fiscale all’estero».
FIAIP auspica che Camera e Senato possano modificare il testo, prevedendo l’esclusione per gli agenti immobiliari dall’obbligo di divenire sostituti di imposta.
Tassa Airbnb, di cosa si tratta
Con la tassa airbnb i portali online – ma anche le agenzie immobiliari – comunicheranno all’Agenzia delle Entrate i contratti di affitto breve conclusi per il loro tramite.
Inoltre, essi dovranno operare sui canoni pagati dall’inquilino una ritenuta del 21% come sostituti d’imposta.
Sarà quindi l’intermediario a pagare la cedolare secca – in qualità di sostituto d’imposta – e il proprietario non potrà così evadere le tasse.
Chi violerà le nuove regole rischia multe per una cifra intorno ai 2mila euro.