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Studi di Settore, Redditi in Amento per il Regime Premiale

Aumentano fino a 53mila euro i redditi dichiarati da coloro che hanno deciso di accedere al regime premiale.

Lo ha rivelato l’Agenzia delle Entrate, che ha pubblicato i dati relativi agli studi di settore 2016 (anno di imposta 2015).

Cresciuti anche gli studi di settore ammessi al regime, passati dai 157 del 2014 ai 159 del 2015, con 70mila unità in più tra imprese e lavoratori autonomi.

L’analisi ha evidenziato un aumento del numero degli studi di settore ammessi al regime premiale, che dal 2011 al 2015 è passato da 55 a 159.

Inoltre, si è ampliata la platea dei contribuenti potenzialmente interessati al regime, 2,2 milioni nel 2015 a fronte dei 605mila nel 2011.

Crescono anche i redditi dichiarati da imprese e lavoratori autonomi che accedono al regime premiale i quali, dal 2011 al 2015, passano da 49mila a 53mila euro.

Quelli dichiarati da tutti i soggetti potenzialmente interessati si attestano invece a 26mila euro.

Studi di settore addio, arrivano gli Isa

Studi di settore destinati a scomparire del tutto dopo l’approvazione degli Isa (Indici sintetici di affidabilità fiscale).

La prima tranche di 70 indici Isa è prevista per il 2017, mentre i restanti 80 dovrebbero arrivare entro il 2018.

A regime gli indici Isa interesseranno oltre 4 milioni di operatori economici.

I contribuenti che risulteranno affidabili avranno accesso a significativi benefici premiali, come l’esclusione dagli accertamenti basati sulle presunzioni semplici.

Studi di settore: cosa sono

Ma cos’è uno studio di settore?

Trattasi di elaborazioni che consentono di stimare i ricavi o i compensi che possono essere attribuiti a un determinato contribuente.

Gli studi di settore individuano le relazioni esistenti tra le variabili strutturali e contabili delle imprese e dei lavoratori autonomi con riferimento:

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