L’abolizione dei voucher INPS, decisa dal governo, ha aperto il problema dei voucher scaduti e non più utilizzabili.
Può un cittadino chiedere il rimborso o la liquidazione dei voucher scaduti?
La risposta è sì. Per farlo è però necessario seguire alcune istruzioni pubblicate sul sito dell’INPS.
Rimborso voucher acquistati fino al 17 marzo
Il servizio permette il rimborso o la liquidazione dei voucher scaduti, non utilizzati dal committente o non riscossi dal lavoratore entro i termini consentiti.
Il servizio di rimborso voucher INPS si rivolge ai committenti e ai lavoratori di voucher scaduti acquistati fino alla data del 17 marzo 2017, non utilizzati entro i termini stabiliti.
Rimborso voucher INPS e liquidazione: come funziona
Il rimborso dei voucher ai committenti avviene al netto di una quota pari al 5% (corrispondente al compenso al concessionario per la gestione del servizio, come per i normali rimborsi).
La liquidazione dei voucher ai prestatori di lavoro avviene invece al netto di una quota pari al 25% (corrispondente alla trattenuta ordinaria sui voucher riscossi, per la gestione del servizio e i contributi previdenziali e assicurativi).
La domanda di rimborso o liquidazione dei voucher scaduti va presentata presso le sedi INPS utilizzando il modulo SC52.
Alternative ai voucher, allo studio due nuovi contratti
Dopo l’abolizione dei voucher, il governo ha allo studio due nuove tipologie di contratto.
Ci sarà un restyling del lavoro a chiamata o a intermittenza, introdotto nel 2003 e utilizzabile ancora oggi.
Il primo tipo di contratto sarà riservato alle aziende con più di dieci dipendenti.
Il secondo tipo di contratto sarà dedicato alle imprese al di sotto dei dieci dipendenti (quindi anche ai commercianti e agli artigiani).
Una soluzione che però non convince Maurizio Landini, segretario generale della FIOM.
«Non è assolutamente una buona idea», così Landini. «Il lavoro a chiamata non è la soluzione ai voucher».