Bocciatura da parte dei giudici europei per Garanzia Giovani, il progetto su cui l’Unione Europea ha puntato per combattere la disoccupazione giovanile.
Nella relazione della Corte dei Conti Ue si rileva che, ad oltre tre anni dall’inizio del programma, i risultati non sono arrivati.
«La situazione attuale – si legge nella relazione – non rispecchia le aspettative inizialmente create dall’introduzione della Garanzia per i giovani».
Garanzia Giovani non ha raggiunto i Neet
Secondo la Corte, l’obiettivo fissato dall’Ue era troppo ambizioso per poter funzionare in maniera efficace.
In molti Stati il progetto Garanzia Giovani non ha infatti aiutato a ridurre il numero dei lavoratori inattivi.
Il motivo? In primis non si è riusciti a raggiungere tutta la platea dei Neet, cioè quei giovani che non studiano e non hanno un impiego.
Progetto Garanzia Giovani: male l’Italia
Situazione particolarmente critica in Italia, dove la percentuale di inattivi è la più alta d’Europa.
Il nostro Paese ha deciso di mettere in piedi un nuovo database, ignorando quelli già esistenti.
I giovani devono dunque iscriversi su questa nuova piattaforma, una cosa che, secondo gli esperti, li ha scoraggiati, oltre a creare un inutile aggravio burocratico.
Stando ai dati, prima del progetto Garanzia Giovani i Neet italiani registrati nei database dei disoccupati erano 925mila, cioè il 38% del totale.
Una percentuale precipitata al 2% nel 2014 e risalita ad appena il 9% nel 2015.
Inoltre l’Italia non ha previsto forme d’incentivo, mentre in altri Stati ai ragazzi veniva dato un piccolo sussidio.
«Ue fissi obiettivi raggiungibili»
All’Ue la Corte raccomanda, per future iniziative simili, di fissare obiettivi raggiungibili e analizzare i costi prima di mettere a punto gli schemi.
Agli Stati si chiede inoltre di tracciare un quadro completo del costo della Garanzia Giovani, adeguare i sistemi ai fondi disponibili e fare in modo che le offerte corrispondano ai profili dei partecipanti e alla domanda del mercato del lavoro.