Negli Stati Uniti sale la produzione e il prezzo del petrolio continua a scendere.
Queste le ultime fotografie sull’andamento del greggio, il cui prezzo è sceso ai minimi termini nei primi mesi del 2017.
Prezzo del petrolio, i perchè del continuo calo
A fine 2016 i paesi dell’OPEC – cioè i principali produttori ed esportatori di greggio – avevano deciso per un taglio della produzione pari a 1,8 milioni di barili al giorno per sei mesi.
Dopo l’accordo, il prezzo del greggio era tornato a salire di oltre il 10%, arrivando addirittura a superare i 53 dollari al barile.
Ora però il prezzo del petrolio è sceso ai minimi degli ultimi tre mesi, arrivando a 48,49 dollari al barile.
Qual è la causa di questo andamento disordinato?
Il motivo principale è la costante crescita delle scorte americane.
Come rilevato dall’EIA (Energy Information Administration), le scorte di greggio sono aumentate negli USA per complessivi 8,2 milioni di barili, toccando quota 528,4 milioni.
Si tratta di un nuovo record storico.
Ricordiamo che gli Stati Uniti, pur essendo tra i maggiori produttori, non fanno parte dell’OPEC.
Investire nel petrolio, cosa dicono gli analisti
Chi era intenzionato a investire nel petrolio teme che l’obiettivo prefissato del taglio dell’offerta non verrà mai raggiunto.
Per quanto riguarda invece le previsioni, gli analisti hanno idee contrastanti.
Coloro che si basano sui dati del Dipartimento dell’Energia di Washington prevedono un aumento della produzione USA di 330mila barili al giorno nel 2017.
Numeri molto più elevati dei 100mila barili attesi precedentemente.
Questi esperti si attendono quindi prezzi del petrolio bassi nel lungo periodo.
Di tutt’altro avviso sono le previsioni di quegli economisti che stimano, nel 2020, un’offerta di petrolio non sufficiente a soddisfare la domanda proveniente soprattutto dai Paesi asiatici.
Secondo questi ultimi, il prezzo del petrolio dovrà necessariamente tornare a salire.