I decreti attuativi dell’APE e dei benefici per i lavoratori precoci sono ormai in dirittura d’arrivo.
Le nuove misure pensionistiche, con ogni probabilità, saranno operative a partire dal 1° maggio 2017.
Vediamo le principali novità introdotte dalla legge di bilancio 2017.
APE sociale e lavoratori precoci
La prima scadenza per APE volontaria e per le pensioni lavoratori precoci doveva essere il 2 marzo 2017.
Un termine che, tuttavia, non è stato rispettato e per questo motivo è servita un’ulteriore intesa tra governo e parti sociali.
Questi i principali aspetti ancora da disciplinare su Ape sociale e lavoratori precoci.
I termini e le procedure di presentazione delle domande.
Secondo le anticipazioni, i lavoratori che intendono accedere all’Ape sociale e ai benefici previsti per i lavoratori precoci nel 2017 devono presentare domanda all’INPS dal 1° maggio al 30 giugno.
Dal 1° luglio al 30 novembre si aprirà una “seconda finestra”, con l’esame e l’accoglimento di ulteriori domande sulla base delle risorse residue.
Il 30 settembre si dovrebbe arrivare alla graduatoria finale dei destinatari delle misure.
Per quanto riguarda il 2018, la domanda dovrà essere presentata entro il 31 marzo.
Da disciplinare anche le caratteristiche delle attività particolarmente difficoltose e rischiose rientranti nelle 11 professioni destinatarie dell’APE Sociale e dei benefici per i lavoratori precoci.
Infine, le procedure accertative delle condizioni per l’accesso ai benefici, la documentazione da presentare e le modalità attuative del monitoraggio delle domande.
APE volontario
Questi i principali aspetti operativi da disciplinare sull’Ape volontario.
In primis la misura massima e minima che il lavoratore potrà richiedere.
Si dovrebbe trattare rispettivamente di un valore pari al 90% dell’importo netto della futura pensione (misura massima) e di un minimo mensile richiedibile pari a 150 euro.
Dopodiché ci sono gli aspetti operativi del procedimento di attivazione e definizione della domanda.
In parole povere: la modulistica per la domanda e le procedure di inoltro, le convenzioni con banche e imprese assicurative, la facoltà di estinzione anticipata del prestito e altri criteri ancora.
Poi ci sono i costi che il lavoratore sarà chiamato a sostenere per accedere.
A fronte di un TAN di interesse al 2,5% del credito e di un premio assicurativo al 29% del capitale inizialmente ipotizzati dal governo, ci sarà un primo tasso fisso d’ingresso elevato alla misura del 2,75% e aggiornabile ogni 2/3 mesi.
Ancora da definire il premio assicurativo, ma potrebbe essere un po’ più alto del 29% indicato nelle prime proiezioni governative.
A questi costi si aggiungerà una commissione di accesso al Fondo di garanzia.
Infine la rata massima di ammortamento, cioè il livello massimo di indebitamento consentito alla persona richiedente.
Tale livello massimo si dovrebbe attestare nella misura del 30% delle risorse disponibili del pensionando.