Non si prospetta come uno scenario troppo lontano quello in cui la maggior parte delle mansioni lavorative saranno svolte interamente da automi dotati di intelligenza artificiale.
La tecnologia e la scienza continuano a mettere a punto le cosiddette machine learning, ossia vere e proprie macchine in grado di imparare nozioni nuove.
I dati legati alla sostituzione della manodopera e dell’intelletto umano da parte di veri e propri robot sono davvero notevoli, se si considera che già ad oggi sono state registrate informazioni incredibili: la Foxconn, ossia la grande impresa asiatica che costruisce gli iPhone e molti dei vari elementi dei dispositivi Samsung, Dell, Hp e Microsoft, ha infatti affermato che negli scorsi mesi la sua forza lavoro è stata surclassata dal lavoro automatizzato e robotico.
Inizialmente vi erano 110.000 operai nel suo stabilimento operativo, ma in seguito alle migliorie tecnologiche ne sono stati mantenuti soltanto 50.000, affiancati quindi non più a colleghi umani, ma a macchine.
Una situazione ancora più marcata è quella dell’impresa di Taiwan, la Fanuc, che produce anch’essa componenti di stampo elettronico senza l’ausilio di essere umani: sono soltanto i robot e le macchine ad occuparsi della produzione.
Si tratta di risultati notevoli e sempre più diffusi, non soltanto in questi colossi: naturalmente le innovazioni sono talmente rapide da non dare tempo ai lavoratori e ai loro rappresentanti sindacali e politici di elaborare una linea d’azione univoca e certa con cui contrastare la perdita di lavoro e di certezze.
Coloro che investono sulla digitalizzazione del lavoro e sull’intelligenza artificiale non si trovano soltanto così lontano dal nostro Paese: anche nei centri logistici di Amazon troviamo lo spettro di questa realtà. Qui, infatti, i robot di magazzino Kiva sono 300.000 tra tutti i punti vendita, con conseguente perdita di capitale e risorse umane.
Non ci resta che aspettare di capire se verremo interamente sostituiti dai robot.