I cittadini italiani indebitati col fisco sono 21 milioni, ma quasi la metà dei debiti non si riesce a recuperare.
Sono i numeri, a dir poco allarmanti, diffusi da Equitalia e riguardanti la situazione debitoria degli italiani.
Equitalia: «43% dei debiti non si recupera»
A rivelare i dati è l’amministratore delegato di Equitalia Ernesto Maria Ruffini, durante l’audizione in commissione Finanze alla Camera.
Circa 21 milioni di contribuenti risultano avere debiti a vario titolo con più di 8mila enti creditori per cui esercita la riscossione Equitalia.
Di questi debitori, il 53% ha accumulato pendenze che non superano i 1000 euro.
In totale si parla di una cifra astronomica ammontante a 817 miliardi di debiti, ma gli interventi sono possibili solo su 52 miliardi.
Il motivo lo spiega Ruffini: «Ci sono 147,4 miliardi dovuti da soggetti falliti, 85 da persone decedute e imprese cessate, 95 da nullatenenti».
«Inoltre – continua – per altri 30,4 miliardi la riscossione è sospesa a causa dei provvedimenti di autotutela emessi da enti creditori o sentenze giudiziarie».
Alla fine restano solo 459,2 miliardi, ma anche qui ci sono problemi.
Oltre il 75%, cioè 384,4 miliardi, si riferisce a contribuenti rispetto ai quali Equitalia ha già tentato invano azioni di riscossione.
Altri 26,2 miliardi sono pagati a rate e la quota su cui agire si riduce a 84,6 miliardi, di cui circa 32,7 riferiti a posizioni non lavorabili per effetto delle norme a favore dei contribuenti.
In definitiva, più del 43% totale dei debiti contratti è difficilmente recuperabile.
Dal 1° ottobre 2006 incassati 7,8 miliardi annui
E dire che in questi anni si è lavorato piuttosto bene sul fronte debiti insoluti.
Dal 1° ottobre 2006 gli incassi di Equitalia sono stati in media di 7,8 miliardi di euro all’anno.
Negli anni precedenti, quando la riscossione non era affidata a Equitalia, l’ammontare era di 2,9 miliardi all’anno.