Rallenta la domanda di nuovi mutui prima casa e surroghe, mentre cala bruscamente l’importo medio richiesto.
Sono gli ultimi dati pubblicati ieri, venerdì 17 febbraio, dal barometro Crif, che ha preso in esame le istruttorie avviate dalle banche nel mese di gennaio 2017.
Mutui prima casa: meno richieste
Stando ai numeri, a gennaio 2017 le istruttorie sono aumentate dell’1,8% rispetto allo stesso mese del 2016.
Nonostante il trend abbia segno positivo, si tratta di una frenata rispetto agli ultimi tre anni, quando la crescita era stata addirittura a doppia cifra.
Basti pensare che l’anno 2016 si era concluso con un +13,3%, il 2015 con un +53,3% e il 2014 con un +15,0%.
Tuttavia, se si confronta il dato di gennaio 2017 con gennaio 2015, si registra un incremento di oltre il 51%.
Il saldo negativo si ha invece nel confronto con i mesi di gennaio 2010 e 2011 (rispettivamente -6,5% e -1%), anni in cui gli effetti della congiuntura economica negativa dovevano ancora avere effetto sulle scelte di acquisto casa delle famiglie.
Mutui e surroga mutuo: cala l’importo medio
Come detto in precedenza, cala – a sorpresa – l’importo medio richiesto, dopo i rialzi degli ultimi mesi.
Questo è infatti di 121.193 euro, contro i 125.360 euro di dicembre 2016.
Su base annua si registra però un lieve incremento (+0,9%).
A gennaio le preferenze si sono concentrate nella classe di importo compresa tra i 100mila e i 150mila euro, con una quota pari al 29,1% del totale.
Complessivamente, più di 4 domande su 5 presentano un importo inferiore a 150mila euro.
Le durate più richieste sono tra 15 e 20 anni (23,8%) e tra 21 e i 25 anni (21,1%).
«Nonostante abbia perso un po’ di sprint – commenta Simone Capecchi di Crif – si conferma il consolidamento del comparto mutui casa, che continua a beneficiare dell’onda lunga delle numerose offerte a tassi vantaggiosi e di condizioni di acquisto favorevoli.
«Il dato di gennaio – continua Capecchi – fa ben sperare che il 2017 si confermi come il terzo anno consecutivo di crescita. Indubbiamente la prospettiva macro economica sembra essere cambiata e potrebbero aumentare i tassi, che quando erano al minimo hanno sostenuto il recupero del credito immobiliare».