Il debito pubblico italiano è aumentato di 32,7 miliardi di euro nel gennaio 2017.
A rilevarlo è l’ultimo bollettino Finanza pubblica, fabbisogno e debito di Bankitalia.
Preoccupa e non poco, in questo inizio di 2017, la fuga degli investitori stranieri dal nostro Paese.
Debito quasi da record
L’aumento di gennaio fa arrivare il debito pubblico italiano alla cifra di 2.250,4 miliardi di euro.
Numeri che, seppur notevoli, non rappresentano comunque un nuovo record.
Più elevato era infatti il dato fatto segnare a luglio 2016, quando il debito pubblico era pari a 2.255,2 miliardi di euro.
L’incremento del debito, spiegano da Bankitalia, è dovuto all’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (+34,3 miliardi, ora a 77,4 mld; 63,5 miliardi alla fine di gennaio 2016).
Un aumento solo in parte compensato dall’avanzo di cassa (1,3 miliardi) e dall’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio dell’euro (0,4 miliardi).
Il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 33,2 miliardi, mentre quello degli enti di previdenza è salito di 0,1 miliardi.
Diminuito di 0,6 miliardi il debito delle amministrazioni locali.
Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio statale sono aumentate del 3,3% e si attestano sui 35,4 miliardi.
Fuga degli investitori stranieri
Al minimo da due anni il controvalore del portafoglio di titoli di Stato italiani detenuti da investitori stranieri.
A dicembre 2016 il controvalore risultava pari a 677,434 miliardi di euro dai 700,998 miliardi di novembre.
Per trovare un importo più basso bisogna risalire sino a dicembre 2014, quando l’importo si attestava a 672,916 miliardi.
Secondo i calcoli Reuters sui dati di Bankitalia, la quota in mano a investitori esteri a dicembre è scesa al 36,2% del totale dei titoli di Stato in essere dal 37,1% di novembre.
Il portafoglio esteri include anche i titoli detenuti da investitori domestici attraverso soggetti non residenti e quelli detenuti dalla Bce e dalle Banche centrali di altri paesi.