Il debito pubblico italiano continua a salire, anche se resta lontano dal picco raggiunto lo scorso mese di luglio.
Lo dicono gli ultimi dati diffusi da Bankitalia oggi, mercoledì 15 febbraio, nel Supplemento “Finanza pubblica, fabbisogno e debito”.
Secondo l’istituto bancario di via Nazionale, al 31 dicembre 2016 il debito pubblico italiano ammontava a 2.217,7 miliardi di euro, ben 45 miliardi in più rispetto a fine 2015, quando era pari a 2.172,7 miliardi.
Su base mensile il debito pubblico italiano risulta invece in leggera discesa: a novembre 2016 era infatti di 2.230,9 miliardi.
Soprattutto, il dato attuale è di molto inferiore – ben 38,2 miliardi – rispetto al picco record di 2.255,9 miliardi toccato a luglio 2016.
Debito pubblico italiano: perchè cresce così tanto?
A cosa è dovuto questo rialzo? L’aumento del debito nel 2016, spiega Bankitalia, ha riflesso il fabbisogno delle pubbliche amministrazioni (42,5 miliardi) e l’incremento di 7,4 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (collocatesi a fine 2016 a 43,1 miliardi).
Di contro, il debito è stato contenuto per 4,9 miliardi dall’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio.
Quanto alla vita residua del debito, 515,312 miliardi ne hanno fino a un anno, 699,796 miliardi tra 1 e 5 anni e 1.002,567 miliardi oltre 5 anni.
La vita media residua del debito è pari a 7,3 anni.
Debito pubblico italiano: i sotto-settori
Guardando ai sotto-settori, si nota che il debito consolidato delle amministrazioni centrali è cresciuto di 48,6 miliardi e ammonta oggi a 2.128,4 miliardi di euro.
Viceversa, il debito consolidato delle amministrazioni locali è diminuito di 3,6 miliardi e si attesta oggi a 89,1 miliardi di euro.
Stabile infine il debito degli enti di previdenza.
Ad aumentare sono le entrate tributarie, che a fine 2016 erano pari a 438,57 miliardi di euro contro i 433,43 miliardi del 2015.
Nel solo mese di dicembre 2016, le entrate tributarie si sono attestate a 70,17 miliardi di euro, rispetto agli 80,09 miliardi di dicembre 2015.