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«Sarebbe stato scandaloso mettere le mani in tasca a pensionati che guadagnano 500 o 600 euro al mese». Con queste parole il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha escluso, una volta per tutte, il recupero del differenziale negativo sulle pensioni relativo al biennio 2014-15.
Riforma Pensioni, niente recupero
Intervenuto ieri sera, domenica 22 gennaio, alla trasmissione di Rai 3 Che tempo che fa, il premier ha detto che l’INPS non recupererà quegli euro in più dati in passato in previsione di un’inflazione maggiore. Recupero – nella misura dello 0,1% – che sarebbe dovuto partire dal 1° aprile in un massimo di quattro rate con il limite minimo di 1 euro per ciascuna rata.
Va detto che un primo dietrofront al recupero del differenziale negativo lo aveva già fatto qualche giorno fa il Ministero del Lavoro, con una nota ufficiale in cui predisponeva un emendamento ad hoc all’interno del decreto Milleproroghe.
News Pensioni: cosa succede in futuro
Per quanto riguarda la manovra aggiuntiva chiesta dall’Europa, che secondo alcune indiscrezioni potrebbe portare a un rinvio di alcuni interventi previdenziali, Gentiloni si è limitato a dire che la questione verrà valutata nei prossimi mesi quando verrà predisposto il DEF – il Documento di Economia e Finanza – di fatto facendo capire che l’Italia non intende varare una nuova manovra in tempi ristretti.
Riforma pensioni, critiche da presidente INPS
A storcere la bocca sulla riforma pensioni 2017 è invece Tito Boeri, presidente dell’INPS. Intervenuto a Tuttopensioni 2017 – il convegno organizzato da Il Sole 24 Ore per illustrare le ultime novità in ambito pensionistico – Boeri ha detto che l’attuale riforma: «Fa aumentare in modo non irrilevante il debito implicito pensionistico, scaricando gli oneri sulle generazioni future».
Ma non è tutto. «Nell’ambito del sistema pensionistico – così Boeri – rimangono forti iniquità e differenze di trattamento macroscopiche anche nell’ambito della stessa generazione, sulle quali fin qui non si è intervenuti». Il presidente dell’INPS ha quindi criticato i trattamenti troppo generosi riservati a categorie già di per sé privilegiate, come concedere la quattordicesima ai manager.
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