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La Corte Costituzionale ha dichiarato oggi – mercoledì 11 gennaio – l’inammissibilità del referendum proposto dalla Cgil nella parte relativa all’articolo 18, mentre ne ha dichiarato l’ammissibilità in tema di voucher e appalti. Proprio su questi ultimi due aspetti concentriamo le nostre attenzioni nell’articolo odierno, spiegando quando si potrà andare a votare e su quali quesiti saremo chiamati a pronunciarci.
Referendum Jobs Act: i voucher
In fatto di voucher – la modalità di retribuzione per il lavoro occasionale di tipo accessorio – il testo del quesito che ne chiede l’eliminazione è il seguente: “Volete voi l’abrogazione degli articoli 48, 49 e 50 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, recante Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’art. 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183?”.
Referendum Jobs Act: gli appalti
Sugli appalti i firmatari chiedono invece un maggiore controllo e un ritorno alle garanzie per i contributi dei lavoratori delle ditte che subappaltano i lavori. Questo il testo del quesito: “Volete voi l’abrogazione dell’art. 29 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, recante Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla legge 14 febbraio 2003, n. 30, comma 2, limitatamente alle parole Salvo diversa disposizione dei contratti collettivi nazionali sottoscritti da associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative del settore che possono individuare metodi e procedure di controllo e di verifica della regolarità complessiva degli appalti, e alle parole Il committente imprenditore o datore di lavoro è convenuto in giudizio per il pagamento unitamente all’appaltatore e con gli eventuali ulteriori subappaltatori. Il committente imprenditore o datore di lavoro può eccepire, nella prima difesa, il beneficio della preventiva escussione del patrimonio dell’appaltatore medesimo e degli eventuali subappaltatori. In tal caso il giudice accerta la responsabilità solidale di tutti gli obbligati, ma l’azione esecutiva può essere intentata nei confronti del committente imprenditore o datore di lavoro solo dopo l’infruttuosa escussione del patrimonio dell’appaltatore e degli eventuali subappaltatori?”.
Quando si vota
Il referendum abrogativo ha raccolto un totale di 3,3 milioni di firme e la consultazione dovrà svolgersi tra il 15 aprile e il 15 giugno 2017. Se invece si andrà ad elezioni anticipate tutto sarà rimandato al 2018: la legge infatti prevede che i referendum abrogativi che hanno avuto l’ok di Cassazione e Consulta vengano “congelati” fino all’anno successivo. Gli aventi diritto dovranno votare SI se intendono abrogare alcuni articoli della riforma del lavoro, No se intendono lasciare tutto com’è. Trattandosi di referendum abrogativo, è previsto un quorum, pari al 50%+1 degli aventi diritto.
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