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Il prezzo del petrolio è nuovamente risalito, ma per l’OPEC non è ancora abbastanza.
Dunque, la parola d’ordine è sempre quella di continuare i tagli alla produzione per far salire le quotazioni petrolifere.
La data in calendario c’è già da tempo: 25 maggio 2017.
Quel giorno gli Stati membri dell’OPEC si riuniranno e dovranno decidere, per la seconda volta in un anno, se tagliare le quote di produzione.
Quotazioni petrolifere: prezzo petrolio WTI sopra i 48 dollari
Nella settimana appena trascorsa il prezzo del petrolio WTI è salito di poco sopra i 48 dollari al barile.
Tutto sommato un buon risultato, poiché il WTI ha riguadagnato circa 3 dollari rispetto alla settimana precedente.
Inoltre, le scorte di shail oil americane hanno subito un calo impressionate, il più alto del 2017.
Tuttavia la produzione Usa è sempre sui massimi e i tagli dell’OPEC sono stati ormai quasi pareggiati.
Prezzo petrolio: sul ribasso incidono materie prime e rinnovabili
Ma non c’è solo la produzione Usa a spingere verso il basso il prezzo petrolio.
In primo luogo, la domanda di materia prima da parte delle economie emergenti non cresce più come qualche anno fa.
In secondo luogo, c’è stata una crescita delle energie rinnovabili in paesi traino dell’economia mondiale come Cina e India.
Per ovviare alla crisi del prezzo del petrolio, l’OPEC ha coinvolto anche paesi fuori dal cartello, come la Russia.
In ogni caso, la maggioranza degli analisti sostiene che si arriverà presto a nuovi tagli.
E i prezzi? Secondo la banca d’affari Goldman Sachs, le quotazioni petrolio non tarderanno a riprendersi.
Un report dei giorni scorsi prevede un aumento delle quotazioni petrolifere del 13,3% nei prossimi tre mesi e del 12,2% nel corso del prossimo anno.
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