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Il prezzo del petrolio si mantiene ancora sotto i 50 dollari al barile, mentre sale l’attesa per le mosse dell’OPEC.
L’aumento delle scorte USA e le incertezze sul prolungamento dei tagli alla produzione hanno fatto scendere le quotazioni petrolifere.
Nella settimana appena trascorsa, il prezzo del petrolio è calato di circa l’1%.
Prezzo petrolio in calo: necessario prorogare i tagli
Sul prezzo petrolio pesa la decisione dei membri dell’OPEC, che il 25 maggio si riuniranno per decidere se prorogare gli accordi stipulati lo scorso novembre a Vienna.
I membri dell’OPEC, in particolare l’Arabia Saudita, stanno facendo pressione affinché i tagli alla produzione di greggio vengano estesi oltre giugno e si spingano fino a tutto il 2017.
Su questo punto, erano state abbastanza chiare le parole pronunciate dal ministro dell’energia saudita Khalid al-Falih all’ultimo forum di Abu Dhabi.
«Potremmo dover estendere i tagli per raggiungere l’obiettivo sui livelli di scorte», aveva detto il ministro.
Quotazioni petrolifere, pesa l’aumento della produzione USA
Purtroppo, però, le cose sembrano essere più difficili del previsto e non sarà facile mettere d’accordo tutti i membri dell’OPEC.
Probabile infatti che, per arrivare a un risultato positivo per il destino delle quotazioni petrolifere, sia necessario ampliare l’accordo all’area extra-OPEC.
In particolare, verrà quasi certamente coinvolta la Russia, ottavo Paese al mondo per riserve petrolifere.
A frenare l’ottimismo sul possibile nuovo accordo OPEC è, come sempre, la forte produzione USA di shale-oil.
Una produzione che alimenta l’eccesso di scorte di greggio e favorisce di conseguenza la riduzione del prezzo del petrolio.
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