Toshiba, il colosso giapponese dell’high tech – tra i primi cento al mondo per fatturato – rischia seriamente di fallire.
E non si tratta affatto di speculazioni giornalistiche. A paventare il fallimento Toshiba sono stati gli stessi vertici dell’azienda.
Un rischio-fallimento certificato dai numeri, mai così in rosso per la multinazionale nipponica.
Fallimento Toshiba: i numeri della crisi
Secondo una nota divulgata da Toshiba, l’azienda ha perso ben 4,5 miliardi di euro nei soli 9 mesi del 2016.
Il rischio è di chiudere con un rosso di 8,6 miliardi al termine dell’anno fiscale, previsto per marzo 2017.
Una situazione davvero drammatica, dovuta a una crisi che prosegue ormai da diversi anni.
Crisi acuita dall’inchiesta – scattata nel 2015 – da parte dell’Indipendence Investigation Committee dopo lo scandalo finanziario che ha coinvolto l’azienda.
Ora Toshiba rischia persino di essere esclusa dalla Borsa di Tokyo, dal momento che le sue azioni valgono un quinto rispetto al 2007.
Toshiba fallita? Colpa di Westinghouse
Il bilancio di Toshiba – già rinviato due volte – non ha ottenuto l’approvazione da parte della società di revisione PricewaterhouseCoopers.
A gravare sull’operatività dell’azienda giapponese è la controllata statunitense Westinghouse, che pochi giorni fa chiesto il fallimento.
Ed è stata proprio la Westinghouse, acquistata nel 2006, a trascinare a fondo Toshiba a causa di perdite miliardarie.
Cinesi in corsa per comprare Toshiba
Toshiba rischia quindi di scomparire dopo quasi un secolo e mezzo di attività.
L’azienda è nata infatti nel lontano 1875, sotto il nome di Tanaka Engineering Works Co.
Inizialmente operante nella produzione di macchine elettriche, col tempo Toshiba si è specializzata nell’elettronica di consumo.
Negli anni Toshiba è diventato il settimo produttore mondiale di apparecchi elettronici (tv, pc, tablet, videocamere ecc.).
Ora la strada più probabile per non finire nel baratro è la vendita, con la cinese Foxconn tra i principali candidati.
Secondo il Wall Street Journal, Foxconn sarebbe disposta a pagare 27 miliardi di dollari per acquisire la divisione dedicata ai processori di Toshiba.