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Quali sono gli stati che, da qui ai prossimi 20-30, offriranno investimenti sicuri? Dove conviene investire i soldi nel lungo periodo?
Un consiglio potrebbe arrivare dall’ultimo rapporto stilato da PwC, network internazionale operativo in 158 paesi e leader riconosciuto a livello mondiale nei servizi di revisione.
Nel documento, intitolato “Come cambierà l’ordine economico globale entro il 2050?”, la società ha calcolato quali saranno le maggiori economie mondiali nel 2050 prendendo in esame le proiezioni di crescita del Pil delle 32 principali economie.
In base alle eleaborazioni, nel 2050 la Cina sarà ancora la prima potenza mondiale, mentre l’Italia scenderà fino alla 21ª posizione. Vediamo ora i dettagli.
Economie Mondiali nel 2050: Boom paesi E7
Anzitutto, i paesi del cosiddetto E7 – vale a dire Brasile, Russia, India, Cina, Indonesia, Messico e Turchia – cresceranno in media del 3,5% all’anno, quindi più del doppio rispetto ai Paesi del G7 – Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Regno Unito – il cui tasso medio annuo aumenterà solo dell’1,6%.
Se la Cina manterrà il primo posto, in seconda posizione dovrebbe arrivare l’India che, stando alle previsioni, vedrà il suo Pil crescere dell’8% nei prossimi due anni dopo una crescita del 7,6% tanto nel 2016 quanto nel 2015.
Oltre all’India, il 2050 vedrà tra le economie più forti quelle di due altri stati asiatici: Vietnam e Bangladesh. Questi paesi avranno infatti la crescita più rapida, con un incremento medio annuo pari al 5%.
Male l’Italia, si guarda all’Asia
E l’Italia? Nel 2050 perderemo ben 9 posizioni passando dal 12° al 21° posto. Due dei fattori che penalizzeranno il Belpaese nei prossimi anni saranno l’invecchiamento generale della popolazione e la bassa produttività.
«Continueremo ad assistere allo spostamento dell’economia globale, che si allontanerà dalle economie avanzate consolidate a favore di quelle emergenti dell’Asia e non», così John Hawksworth di PwC, coautore del rapporto.
Non solo. Entro il 2050, i paesi emergenti occuperanno 6 delle prime 7 posizioni in classifica, arrivando addirittura a rappresentare il 50% del Pil mondiale contro il 20% dei paesi del G7.
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