Investire in Obbligazioni Estere: i Consigli da Seguire

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E’ ancora conveniente investire in obbligazioni estere oppure è meglio optare per altre tipologie di investimento?

Negli ultimi anni gli investimenti in obbligazioni estere hanno portato ottimi guadagni, ma le cose potrebbero cambiare nel 2017.

Cosa c’è da sapere sulle obbligazioni estere?

Obbligazioni, previsto un rialzo dei rendimenti nel 2017

Stiamo parlando di uno degli investimenti maggiormente richiesti nel mercato finanziario.

Ultimamente, la crisi economica ha infatti spinto molti investitori a ricercare nuovi mercati dove poter guadagnare.

Tuttavia è necessario studiare bene la crescita dei paesi dove si vuole investire (qui gli ultimi dati su Australia e Brasile).

In generale, le previsioni per il 2017 parlano di un possibile rialzo dei rendimenti delle obbligazioni.

Un fatto senz’altro positivo, che però potrebbe compromettere il valore degli asset già in portafoglio.

Non solo. Un brusco aumento dei rendimenti delle obbligazioni si ripercuoterebbe negativamente sui prezzi delle scadenze più lunghe.

Investire in obbligazioni, cosa c’è da sapere

Quali sono i consigli da seguire prima di investire in obbligazioni estere?

Anzitutto bisogna considerare la somma di capitale e i costi di gestione.

Oggi le più importanti banche presentano sedi in tutte le parti del mondo, favorendo così l’operato degli investitori.

E’ poi consigliabile aprire un conto corrente all’estero in modo da tutelarsi da un possibile rischio-paese presente in Italia.

Dopodiché bisognerebbe puntare su scadenze brevi, come spiega il responsabile advisory&sales di Credit Suisse Carlo Manzato.

«All’obbligazionario – afferma l’esperto – dovrebbe essere riservato un terzo dell’esposizione, per una durata media che non dovrebbe superare i tre-cinque anni ed evitando che le scadenze si concentrino tutte attorno alla stessa data».

In parole povere, occorre stare attenti prima di fiutare l’affare con bond che scadono magari fra 15-20 anni.

Un esempio calzante è rappresentato dal Venezuela.

Il paese sudamericano ha infatti bond a lunga scadenza che restituiscono addirittura il 21%, ma presentano rischi elevati anche in virtù di un possibile default (che, va detto, finora non si è ancora verificato).

 

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